Il concetto moderno di sincronicità nasce dall’incontro di un
Premio Nobel della fisica, Wolfgang Pauli, con uno dei padri della
psicologia del profondo, Carl Gustav Jung.
Viene definito come «un principio di nessi acausali» che consiste in un
legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro, ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l'uno influisca materialmente sull'altro; essi apparterrebbero piuttosto a un medesimo contesto o contenuto significativo, come due orologi che siano stati sincronizzati su una stessa ora.
Perché ho deciso di parlare di sincronicità?
Personalmente, nel quotidiano davvero tante volte ho pensato a questi fenomeni di particolare sincronismo che si sono verificati con i miei amici e conoscenti o con incontri strani e improbabili. Non ho mai creduto di poterli mettere per iscritto nero su bianco, racchiudendoli in una definizione. Per natura tendo sempre ad attenermi alla mia esperienza diretta senza voler per forza etichettare le cose, ma decido di andare avanti nella ricerca, curiosa di sapere se sono stati compiuti studi scienfici a riguardo.
Su questo tema Jung scrive:
«Gli eventi sincronici si basano sulla simultaneità di due diversi stati mentali.
La sincronicità
significa quindi anzitutto la simultaneità di un certo stato psichico
con uno o più eventi collaterali significanti in relazione allo stato
personale del momento, e - eventualmente - viceversa. Fatti che talvolta dànno la netta impressione d'essere accadimenti precognitivi legati a una sorta di chiaroveggenza
interiore, come se questi segnali fossero disseminati ad arte sul
nostro percorso quotidiano per "comunicare qualcosa che riguarda solo
noi stessi e il nostro colloquio interiore". Una sorta di risposta
esterna, affermativa o negativa, oggettivamente impersonale e
simbolicamente rappresentata.
L'Oriente ha certo una parola per questo, ma noi non la comprendiamo. La parola orientale è
Tao... Io utilizzo un'altra parola per nominarla ma è abbastanza povera. Io la chiamo
sincronicità.».
Già
Platone sosteneva l'esistenza di una
realtà intelligente, le idee,
che formano e indirizzano quella materiale, in maniera tale che i
fenomeni della natura risultano collegati tra loro da una legge
superiore che egli denominava "dialettica".
La presenza del divino nelle vicende del mondo venne intesa successivamente dagli
stoici come
συν-παθεία (
syn-pathèia), in virtù della quale essi ritenevano che qualsiasi evento, anche minimo o assai distante, si ripercuotesse su ogni altro. Sarà quindi con
Plotino che si prefigura una spiegazione sincronica dei fenomeni naturali con la nozione di
Anima del mondo, che rappresenta il principio unificante della natura, regolato da intime connessioni tra le sue parti, come un organismo
da cui prendono forma i singoli esseri viventi; questi ultimi, pur
articolandosi e differenziandosi ognuno secondo le proprie specificità
individuali, risultano tuttavia legati tra loro da una tale comune Anima universale.
Paul Kammerer, uno zoologo austriaco, nel 1900 e per diversi anni ha preso nota delle coincidenze. Ha descritto
l'universo come un
"mosaico mondo, che, nonostante le iniziative e i
riarrangiamenti costanti, mira a riunire le cose simili."
Quando Jung si decise a pubblicare il proprio libro
"Sincronicità come Principio di Nessi Acausali", riteneva "d'essere
scientificamente impreparato" sull'argomento. Jung,
rigoroso e pragmatico scienziato, è infatti imbarazzato verso la comunità scientifica
per l'evidente orientamento dei suoi studi in cui «evidenze empiriche
divengono fenomenologie su cui lavorare con metodo scientifico».
Nella prefazione del saggio scrive che
«
spero si apra una strada verso una regione
ancora oscura, ma di grande importanza per quanto riguarda la nostra
concezione del mondo.»
Secondo Jung, i fenomeni sincronici si comportano come delle casualità
ripiene di senso. Sono caratterizzati dalla coincidenza – portatrice di
significato – di un fenomeno fisico oggettivo, con un avvenimento
psichico, senza che si possa immaginare una ragione o un meccanismo
causale tra essi (
fonte: psicoterapia jungiana).
L'unica sperimentazione davvero scienfica che ho trovato è da ricercarsi nell'ambito della fisica quantistica.
Un fenomeno paradossale della
fisica quantistica interpretabile alla luce della sincronicità è infine quello dell'
entanglement, in virtù del quale la proprietà di una particella risulta capace di influenzare istantaneamente il corrispondente valore di un'altra particella situata anche a distanze remote.
Il contemporaneo Bernard Beitman, psichiatra e scrittore, ipotizza che abbiamo dei sistemi di posizionamento
globale congeniti (Gps).
Qualcosa in noi ci dà la capacità di individuare le cose utili, e la
comprensione di questa capacità potrebbe aiutare molto le persone a
trovare la direzione nella vita.
Ha fatto l’esempio di uno studente che era alla ricerca di un posto
come assistente di ricerca di antropologia culturale. Lo studente scoprì
che la ricerca era ardua. Correva in una maratona e sua madre era in
panchina a guardare. Rimase colpita da una conversazione con un altro
spettatore e, a quanto pare, questo passante era alla ricerca di un
assistente di ricerca di antropologia culturale e finì per assumere suo
figlio.
«Penso che la madre abbia trovato questa persona con il suo ‘Gps’ incorporato», ha detto il dottor Beitman.
Ha menzionato uno studio in cui alcune cellule cerebrali nei ratti
hanno dimostrato di essere attivate a seconda di dove si trovavano i
topi in gabbia. «Queste cellule mappavano dov’era il topo», ha spiegato
il dottor Beitman. Le cellule sono situate in una zona vicino alla parte
dell’ippocampo del cervello. Questo potrebbe essere a un primo sguardo
un sistema Gps innato nel corpo umano.
Conclusione:
Non posso dirmi soddisfatta, non ho trovato vere risposte scientifiche sull'argomento, ma forse la strada della fisica quantistica è quella che più si avvicina a ciò che cercavo. Suppongo non siano stati ancora fatti abbastanza studi da poter evere delle risposte scientifiche chiare. Vi invito, se siete informati più di me, a commentare qui sotto e condividere altri spunti di ricerca.
Se anche voi siete incuriositi dall'argomento, un regista che ha esplorato la sincronicità è
Krzysztof Kieślowski.
A presto!
Elisa